sabato 20 agosto 2011

Libia e Siria. Tra interventismo ed embargo, due realtà a confronto

C'è un tragico esperimento politico in atto tra due realtà drammatiche dei nostri tempi: Libia e Siria. La primavera araba, questo fenomeno (quasi) spontaneo e casuale che ha percorso tutto il Maghreb come una ventata di libertà ha prodotto due reazioni diverse da parte della comunità internazionale: intervento armato sotto egida Onu in Libia e semplice lavorio diplomatico, eventualmente associato all'embargo, in Siria. La differenza tra questi due atteggiamenti si chiama Russia. In un caso (Libia) non ha posto il veto, nell'altro (Siria) si.
In un articolo precedente ipotizzavo che questo fosse una specie di tragico esperimento per provare a dirimere un'annosa questione, se cioè un intervento armato esterno in caso di guerra civile, esitasse in una risoluzione più veloce del conflitto e/o in un numero inferiore di vittime. Utilizzando dati non ufficiali ma forniti da inviati e organizzazioni varie presenti sul posto ho provato a verificare  quale dei due atteggiamenti fosse da preferire, nell'ottica sopra specificata, e cioè di ridurre sia la durata che le vittime di un conflitto. Ecco i sommari risultati.

credit bbc.co.uk
Libia.
Il 15 febbraio 2011 scoppiano le prime proteste pacifiche in Libia alle quali però il leader libico Muammar Gheddafi risponde facendo intervenire le forze armate. Questo risposta dà inizio a una vera e propria sollevazione popolare che porta alla creazione di un governo transitorio, il National Transitional Council (NTC), a Benghasi. Il 19 marzo, su risoluzione dell'Onu, le forze alleate entrano nel conflitto a fianco dei rivoltosi. La battaglia continua ancora.
Vittime: in totale si stima che ci siano state dall'inizio del conflitto ad oggi (20 agosto 2011), considerando entrambi gli schieramenti (tra oppositori e fedeli al regime, civili inclusi), circa 20 mila vittime (fonte The Telegraph su conferenza stampa di un membro del NTC). E' disponibile un altro elenco da fonti varie il cui totale è però inferiore:
  • dai 2800 ai 3500 morti tra gli oppositori
  • dai 1500 ai 3100 dispersi tra gli oppositori 
  • più di 1000 feriti sempre tra gli oppositori
  • dai 1500 ai 1800 morti tra i soldati fedeli al regime [1]


credit dailymail.co.uk
Siria.
Anche qui, sulla scia di quanto stava avvenendo in Tunisia ed  Egitto, il 26 gennaio 2011 iniziano le prime manifestazioni contro il governo, sfociate in una rivolta il 15 marzo. Solo che in questo caso la rivolta ha mantenuto sempre le caratteristiche di una protesta popolare più che di un vero e proprio conflitto armato da guerra civile. Infatti, l'uso delle armi si è avuto quasi esclusivamente da parte delle forze governative e da parte dell'opposizione opportunistica di alcune forze islamiche.
Vittime

  • da 1800 a 2200 civili morti 
  • da 400 a 500 forze di sicurezza (governative) uccise
  • migliaia di dimostranti feriti
  • da 1300 a 1800 forze di sicurezza ferite
  • più di 12.500 persone arrestate [2]
 Il macabro confronto deve però tenere conto di questo fatto: in Siria, la maggior parte dei civili che protesta è disarmato, infatti il numero di morti tra le forze di sicurezza viene imputato per lo più a formazioni islamiche e ad alcune frazioni armate dei rivoltosi. 


Certo, una semplice conta dei morti, pur utilizzando le stime più basse, sembra assegnare al conflitto libico la maggior quantità di vittime. Forse si deve anche al fatto di come si è sviluppato il conflitto nei due paesi: più come guerra civile in Libia, con la conquista di alcune città e zone di influenza, più come mera protesta popolare in Siria. Ragionando in questi termini appare quindi ben più brutale la situazione in Siria, anche per la disparità di vittime tra manifestanti e forze governative. Non è dunque semplice stabilire se sia desiderabile o meno un intervento armato esterno durante il corso di un conflitto interno. E questo non è certo un bene.

Una cronologia interattiva di ottimo livello riguardante tutta la primavera araba è quella fornita dal Guardian.





 Fonti
[1] 2011 Libyan civil war
[2] 2011 Syrian uprising

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