domenica 11 settembre 2011

Il mio amico filosofo #4 (L'intuito nelle decisioni)

Capitava, non di rado, che si stesse per ore assorti nelle proprie letture o pensieri senza rivolgersi la parola. La cosa bella è che quando avveniva che uno dei due interrompesse il silenzio con una qualche asserzione l'altro non ne fosse preso alla sprovvista ma, in un certo qual modo, se lo aspettasse.
-Che ne pensate dell'intuito?- chiesi d'improvviso una volta che stavo riflettendo su questi argomenti.
-Vi è un curioso esperimento per affinare l'intuito- rispose il mio amico, chiaramente per nulla sorpreso da quella domanda, del resto non preannunciata da niente, in precedenza. -Bisogna immaginare di dirigersi verso una grotta e di entrarvi. Dentro si sta veramente bene. C'è un fresco piacevole e tranquillità. In un angolo scorgete un vecchio. Avvicinatevi. Il vecchio vi invita a porgli tutte le domande che volete: dovrete parlargli delle decisioni che vi aspettano  e, per aiutarvi a decidere, egli vorrà conoscere tutte le possibili alternative, ma non in termini di dati e numeri, di opportunità o di obblighi o di quello che dice la gente. Egli vuole solo sapere quali sono le vostre sensazioni su ogni aspetto, su ogni singola scelta. Solo quello vuole sapere.
Dopo aver detto così tacque per un po'.
-Ma, il vecchio nella grotta, altri non è che...- cominciai a dire, ma prima che potessi finire la frase il mio amico mi interruppe. -Esatto!- esclamò.
-Vi sono molti che sanno senza sapere. L'intuito è a volte una cosa molto utile. Non serve probabilmente là dove le decisioni da prendere non riguardano altre persone, ma dove invece riguardano i nostri simili spesso è molto utile.Il vecchio è un metodo, serve ad estrarre le conoscenze intuitive quando sono poco chiare.-
-Perchè dite che l'intuito serve solamente nelle decisioni che riguardano  i nostri simili e non, per esempio su decisioni più astratte?-. La cosa strana, mentre facevo questa domanda al mio amico, è che già conoscevo quello che mi avrebbe risposto. E una cosa ancora più strana di questa fu che, pur conoscendo in un certo senso la risposta, quanto di ciò che mi disse io non l'avevo mai sentito o pensato prima e per questo motivo mi sorprese assai, suscitando in me una profonda meraviglia.
-Il vecchio, in effetti, non dice una parola. Non parla mai. Dopo aver indicato grossolanamente come si svolgono i fatti, è il soggetto stesso che completa gli eventi immaginando o non immaginando il vecchio parlare. Quel che è certo è che non è il vecchio a parlare. Il vecchio è un'opportunità. Durante un test vennero mostrati a un gruppo di studenti una serie di disegni astratti, definibili, per comprenderne lo stile,  come scarabocchi. Dopo un certo tempo venne mostrata, agli stessi soggetti, un'altra sequenza di scarabocchi, quasi tutti diversi dai primi tranne alcuni. Richiesti di ricordare quelli che avevano già visto prima quasi tutti fallirono. Quando però si chiese loro di indicare quali fossero i loro preferiti, la maggior parte indicò gli schizzi che avevano visto precedentemente, pur senza averli riconosciuti.-



R. Wiseman, Fattore fortuna, 2011

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